giovedì 16 luglio 2009

Le Carpe: impariamo a distinguerle...

Carpa comune o regina:

Carpa specchi:

Carpa linear:

Carpa fully scaled:

Carpa erbivora o amur:

Cavetti di fluorocarbon!?!?!?

Ebbene sì...l'ultima novità dall'America sono proprio loro: i cavetti di fluorocarbon.

Da due anni a questa parte sta proggressivamente aumentando l'uso dei cavetti in FC in sostituzione dei tradizionali cavetti d'acciaio per la pesca al luccio. I vantaggi di questi cavetti, "rubati" all'esperienza dei muskie's fishermen canadesi, sono molteplici: in primis la caratteristica per cui è noto il fluorocarbon, cioè l'invisibilità in acqua, fa aumentare notevolmente le catture (si riuscirà, infatti, ad adescare anche il più sospettoso dei pesci), ci mette inoltre al riparo da possibili rotture causate dallo sfregamento della lenza contro ostacoli sommersi e per finire si può usare anche nella pesca al bass (per evitare rotture a cusa di sterpaglie o strani incontri...lucci, lucci perca), a differenza del cavetto d'acciaio che , essendo molto visibile, ci preclude la cattura di questo predatore notoriamente diffidente. Ha uno svantaggio...va sostituito molto più spesso rispetto al suo fratellasto in quanto si rovina ad ogni attacco (il fluorocarbon, per quanto speciale, resta sempre un nylon). Ovviamente non pensate di potervene costruire uno con del fluorocarbon da 20-30 lb...sarebbe tranciato dal primo lucciotto che si interessasse alla vostra esca!!!...di norma viene usato e consigliato quello da 100-130 lb.

domenica 1 marzo 2009

Un po' di nodi...


Il Sistema Uni è imperniato su di un nodo base che è validissimo per le girelle, gli ami e gli artificiali. La sua capacità di resistenza è normalmente compresa fra il novanta ed il cento per cento del carico di rottura della lenza impiegata ed inoltre.

1)Si inizia introducendo per una ventina di centimetri l'estremità della lenza all'interno dell'anello. Si torna quindi indietro affiancando per un breve tratto il capo libero al corpo di lenza e creando un occhiello di filo riportando il capo libero in prossimità dell'anellino.

2)Passando con il capo libero all'interno dell'occhiello si avvolgono i fili doppiati fino a formare sei spire.

3) Si agisce sul capo libero tirandolo fino a che le spire non hanno preso la posizione accostata.

4) Si lubrifica adeguatamente e, mantenendo fermo l'anello, si tira ancora il capo libero fino a che il nodo non è ben stretto. Si passa quindi ad agire sul corpo di lenza portando il nodo a stringersi contro l'anellino.

5)Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo.




Nodo Improved Clinch

Il Nodo Improved Clinch è uno dei più noti ed impiegati da parte di quei pescatori che fanno uso di artificiali, girelle e ami ad occhiello. Facile e rapido da eseguire è in grado di conservare fino al novantacinque per cento del carico di rottura della lenza prescelta, purché si rimanga su diametri piccoli e medi, mentre per le lenze più grosse è opportuno ricorrere ad una variante: il Clinch tre giri e mezzo.

1) Si comincia facendo penetrare nell'anello una decina di centimetri del filo terminale, che verrà poi portato indietro ed affiancato al corpo di lenza.

2) Con il corrente si avvolge il corpo di lenza per almeno sei volte dando luogo ad altrettante spire, quindi si fa passare il capo libero nella breve asola che si è venuta a formare al di sopra dell'anellino.

3) Nel far questo si è costruito un occhiello di filo che corre parallelo alle spire ed attraverso il quale il capo libero dovrà essere fatto ulteriormente passare.

4) Si lubrifica accuratamente quindi si tende il capo libero in modo che le spire si accostino. Tenendo fermo la girella o l'amo, si passa ad agire sul corpo di lenza fino a che le spire non si sono strette contro l'anellino.

5) Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo.




Clinch tre giri e mezzo

Il Clinch tre giri e mezzo è una versione ridotta dell'Improved che però meglio si adatta ai fili di grosso diametro, troppo rigidi per seguire un intreccio complesso. Si tratta di un nodo semplice, con solo tre spire, ma che è in grado di conservare almeno l'ottantacinque per cento del carico di rottura della lenza impiegata. Per la sua esecuzione è opportuno disporre di un valido punto di fissaggio oltre che di guanti e pinze indispensabili nella stretta finale.

1) Si inizia facendo penetrare il filo terminale dentro l'anello dell'attrezzo per almeno una ventina di centimetri. Poi, tornando indietro, con il

2) Si scende quindi verso il basso si fa penetrare il capo libero attraverso lo spazio che il nylon ha formato immediatamente sopra l'anellino.

3) Mantenendo il filo in posizione, cosa spesso non facile con le lenze di grosso diametro, si lubrifica adeguatamente e si procede a tirare con forza prima il capo libero poi il corpo di lenza, dopo avere trattenuto l'attrezzo con le pinze o averlo assicurato ad un appiglio adatto.

4) Si conclude tagliando il filo in eccedenza a tre millimetri dal nodo.




Clinch con doppio giro


Una variante del Clinch tre giri e mezzo è rappresentata dal Clinch con doppio giro, che consente di ottenere delle legature efficaci anche usando lenze di piccolo diametro. Con lenze molto fini è consigliabile completare la fase finale come nella versione Improved.Questo nodo è in grado di conservare il novantacinque al cento per cento il carico di rottura della lenza adottata.

1) Si inizia facendo penetrare il terminale attraverso l'occhiello dell'amo, della girella o dell'artificiale, ripetendo l'operazione in modo che si formi un doppio giro che va lasciato abbastanza ampio.

2) Avvolgendo il corrente attorno al dormiente per due o tre volte e mezzo si realizzano le spire quindi, tornando indietro si fa passare il capo libero dentro al doppio giro.

3) Con lenze inferiori allo 0,40 si prosegue realizzando l'Improved, facendo passare il capo libero dentro l'anello di filo che si è formato parallelamente alle spire. Si lubrifica bene e si tira il capo libero in modo da fare serrare le spire, quindi si agisce con forza e rapidità sul corpo di lenza facendo stringere il nodo.

4) Si conclude tagliando il filo eccedente ad un millimetro dal nodo.




Nodo Dupond


Test di laboratorio hanno dimostrato che è in grado di conservare valori sempre prossimi al cento per cento del carico di rottura della lenza impiegata. E' indicato per lenze fini o medio fini.

1) Si inizia doppiando per una diecina di centimetri il tratto terminale della lenza facendola poi penetrare nell'occhiello per almeno tre centimetri.

2) Si porta indietro l'asola terminale addossandola alla lenza raddoppiata che è in prossimità dell'occhiello in modo che questa la possa superare realizzando una leggera ansa.

3) Si prende il capo libero e lo si fa passare fra l'ansa e l'asola, poi dentro l'anello che si è formato sopra ai fili doppiati.

4) Si lubrifica e, ponendo in trazione il capo libero ed il corpo di lenza, si porta il nodo a stringersi contro l'occhiello dell'attrezzo.

5) Si conclude tagliando il filo eccedente a due millimetri dal nodo.




Nodo ad otto


Questo nodo, pur non possedendo caratteristiche eccezionali, è da apprezzare per la rapidità e la semplicità di esecuzione oltre che per la buona tenuta dovuta al fatto che va a fermarsi contro l'anello tendendo sempre a stringere. Può essere usato solo con ami dall'occhiello piegato verso l'interno o verso l'esterno. Gli ami di questo tipo spesso non sono saldati, per cui occorre controllare bene il punto in cui l'anello si chiude in quanto, se le due parti non sono perfettamente accostate, il nylon potrebbe andare a contrastare il bordo tagliente del metallo spezzandosi con l'aumentare della trazione.

1) Si inizia introducendo il filo nell'occhiello facendolo scorrere per una decina di centimetri; poi, tenendo il dormiente accostato al gambo dell'amo, si forma con il corrente un anello che passa sul lato opposto del gambo attraversandolo a novanta gradi.

2) Con il corrente si torna dietro il corpo di lenza avvolgendolo e formando così un secondo anello, che si chiude attraversando il punto in cui i fili si sono precedentemente incrociati.

3) Si fa passare il capo libero all'interno del primo anello in modo che il corrente venga ad uscire parallelo al gambo dell'amo.

4) Si lubrifica con saliva, tirando il capo libero ed il corpo di lenza si fanno stringere gli anelli attorno al gambo dell'amo dando luogo alle due spire incrociate.

5) Quando il nodo è ben serrato lo si fa scorrere fino a contrastare l’occhiello e si conclude tagliando il capo libero ad un millimetro dal nodo.




Nodo a risalire


Il Nodo a risalire è un nodo molto interessante la cui esecuzione presenta però delle difficoltà, per contro ha un'ottima tenuta ed una eccellente simmetria che lo rende particolarmente adatto ad essere impiegato con lenze di spessore medio alto per la pesca a pesci come il siluro.

1) Si inizia passando il capo libero all'interno dell'occhiello ed avvolgendo il gambo dell'amo con cinque spire.

2) Si torna indietro e si passa di nuovo il capo libero dentro l'occhiello dalla parte opposta alla prima introduzione.

3) Tenendo fermo l'amo ad un appiglio adatto, si strige il nodo sull'amo, oppure ancor meglio, con le mani si fanno risalire le spire al di sopra dell'occhiello, fino a che tutte non si vengono a trovare sul corpo di lenza e sul capo libero.

4) Dopo accurata lubrificazione si agisce alternativamente sul capo libero e sul corpo di lenza fino a che le spire non si sono serrate, quindi si tirano contemporaneamente entrambi i fili completando la stretta.

5) Si conclude tagliando il capo libero a tre millimetri dal nodo.




Nodo Crowford


Il Nodo Crowford chiama ancora in causa la figura ad otto eseguita questa volta addosso al corpo di lenza al di sopra dell’occhiello. Nodo semplice e rapido è in grado di conservare fino al novantacinque per cento del carico di rottura della lenza impiegata. E' utile con qualsiasi attrezzo, amo, girella o artificiale, che sia dotato di occhiello.

1) Tenendo l'attrezzo si introduce nell'anello il capo libero per una quindicina di centimetri. Si torna indietro e con il corrente si avvolge il dormiente con una spira mentre si tiene in posizione l'anello ed il filo che vi abbiamo fatto penetrare.

2) Si prosegue nell'avvolgimento dando luogo ad una seconda spira a risalire che completa la figura della otto.

3) Si fa passare il capo libero nella O più alta della otto dopo averla aggirata, in modo che il capo libero esca parallelo al corpo di lenza.

4) Si procede alla lubrificazione e si agisce sul capo libero fino a che le due spire non si sono ben serrate attorno al corpo di lenza, quindi si fa scorrere il nodo contro l’occhiello tirando con forza il corpo di lenza.

5) In ultimo si taglia il capo libero a due millimetri dal nodo.




Nodo Palomar


Il Nodo Palomar è un nodo che viene eseguito direttamente sull’anellino di una girella, di un artificiale o sull’occhiello (diritto) di un amo, per cui può risultare utile in moltissime occasioni. E’ da tenere presente come uno dei nodi più affidabili per la consistenza e la grande resistenza che lo porta a conservare fra il novantacinque ed il cento per cento del carico di rottura della lenza impiegata.

1) Si inizia doppiando il terminale di lenza per una ventina di centimetri introducendone la metà attraverso l'occhiello dell'attrezzo.

2) Tornando indietro con l'estremità della lenza doppiata si esegue un ampio nodo semplice avvolgendo il corpo di lenza ed il capo libero, lasciando pendere l'attrezzo verso il basso.

3) Si prende l'asola terminale, la si allarga e vi si fa penetrare l'attrezzo, quindi la si porta verso l'alto dove i fili doppiati si incrociano.

4) Si procede alla lubrificazione e, tenendo fermo l'attrezzo, si agisce con forza unitamente sul corpo di lenza e sul capo libero fino a che il nodo non si è ben stretto appena al di sopra dell'anellino.

5) Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo.




Nodo Scorsoio a due spire


Il Nodo Scorsoio a due spire è un nodo adatto per ami con occhiello diritto e per lenze di medie dimensioni. Ha una tenuta buona ma non eccezionale, tuttavia lo si può preferire per la facilità di esecuzione per tecniche di pesca medio/leggere.

1) Si inizia passando il capo libero per due volte all'interno dell'occhiello lasciando avanzare una ventina di centimetri di filo.

2) Con il corrente si avvolge il dormiente dando luogo ad un anello ampio dentro al quale si passerà per due volte il capo libero.

3) Dopo avere lubrificato sia le due spire attorno all'occhiello che il nodo vero e proprio si procede a tirare il capo libero fino a che le due spire del nodo non sono ben strette.

4) Tirando con forza decisa e costante la lenza principale si fa scendere il nodo contro l'occhiello mentre le due spire iniziali slittano sul metallo.

5)Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo.




Nodo di sangue

Il Nodo di sangue è sicuramente il miglior nodo per unire due lenze di diametro simile. Se eseguito correttamente è in grado di conservare dall'ottanta al novantacinque per cento del carico di rottura della lenza più debole.

1) Si inizia affiancando le due lenze per circa venti centimetri.

2) Tenendo ferma una delle due lenze con il capo libero dell'altra la si avvolge creando da cinque a sette spire. Poi si porta indietro il capo libero e lo si fa passare attraverso il punto in cui le lenze hanno cominciato ad incrociarsi.

3) Tenendo i fili in posizione si ripete l'operazione con l'altro capo libero creando le spire e riportandolo ad attraversare il punto di incrocio, ma passando dalla parte opposta a quella da cui era passato il primo.

4) Si lubrifica e tirando i due capi liberi si portano le spire ad accostare; quindi si completa la stretta agendo lentamente ma con forza sui due corpi di lenza contrapposti.

5) Si conclude tagliando i due fili in eccedenza a un millimetro dal nodo.




Nodo di sangue per terminali

Il Nodo di sangue, già descritto per unire lenze di uguale diametro, può essere impiegato anche per unire fili dal diametro diverso, circostanza ricorrente nel caso dei terminali.

1) Si inizia affiancando le due lenze per circa venti centimetri.

2) Tenendo ferma la lenza grossa con il capo libero della lenza fine la si avvolge con cinque spire. Poi si porta indietro il capo libero e lo si fa passare attraverso il punto in cui le lenze hanno cominciato ad incrociarsi.

3) Tenendo i fili in posizione con il capo libero della lenza grossa si avvolge l'altra con solo tre spire poi lo si porta indietro e lo si fa passare nel punto di incrocio ma passando dalla parte opposta all'altro.

4) Si lubrifica e, tirando i due capi liberi, si portano le spire ad accostare; completare la stretta agendo con forza sui due corpi di lenza contrapposti.

5) Si conclude tagliando i capi liberi ad un millimetro dal nodo.




Nodo di Albright

Il Nodo Albright è finalizzato alla congiunzione di grossi terminali con lenze piuttosto sottili e può essere utilizzato sia con monofili di nylon che con lenze in dyneema. La sua validità è tale da conservare sempre un carico di rottura compreso fra il novantacinque ed il cento per cento del filo più debole impiegato.

1) Si inizia raddoppiando il filo di spessore maggiore per almeno quindici centimetri, poi lo si affianca all'altro a circa venticinque centimetri dall'estremità facendo si che il filo fine venga a trovarsi in mezzo ai due grandi.

2) Tenendo i tre fili in posizione si prende il capo libero del filo sottile e lo si avvolge, con delle spire a scendere, attorno ai tre fili affiancati. Man mano che si scende si tengono ferme le spire in modo che rimangano parallele. Si costruiscono così da un minimo di dodici ad un massimo di venti avvolgimenti.

3) Al termine degli avvolgimenti si prende il capo libero e lo si fa passare all'interno dell'asola formata dal filo più grande, portandolo ad affiancarsi al rispettivo corpo di lenza.

4) Dopo aver lubrificato mantenendo le spire in posizione, queste si fanno scorrere fino a circa tre millimetri dalla fine dell'asola. Si tira allora il capo libero della lenza sottile cominciando a far stringere le spire in prossimità dell'asola in modo che non la superino. Si passa a tirare il corpo della lenza sottile facendo scendere anche le spire alte. Si prosegue tirando alternativamente il capo libero ed il corpo di lenza fino a che tutte le spire non si sono ben strette. 5) Si conclude tagliando i due capi liberi molto vicino al nodo.




Nodo Uni per giunzioni

Esistono più versioni dell'esecuzione del Nodo di sangue ed una molto usata per la rapidità e semplicità di esecuzione è quella che prevede l'uscita di entrambi i capi liberi da uno stesso lato.

1) Si inizia unendo fra di loro con un nodo semplice le estremità dei due fili da congiungere.

2) Si forma con i fili uniti un grande occhiello con il nodo semplice e l'incrocio dei fili in posizione contrapposta.

3) Si prendono i fili nel punto in cui si incrociano e si avvolgono l'un l'altro, con le spire che si partono nei due sensi dal punto in cui si effettua l'avvolgimento.

4) Si fa passare il nodo semplice nel punto in cui iniziano le spire. Si lubrifica e si mettono in tensione sia i due corpi di lenza che il filo doppiato e con il nodo semplice. Quando le spire si sono accostate si agisce con forza sulle due lenze contrapposte facendo serrare il nodo.

5) Si conclude tagliando il filo doppiato ad un millimetro dal nodo.

lunedì 29 dicembre 2008

Come rendere le ancorette dei vostri artificiali antialga

Prima di cominciare a spiegarvi passo a passo come fare ci tengo a precisare che i vostri artificiali, una volta assettati con questa "montatura" anti-incaglio, non diventeranno immuni al 100% da alghe, rami e altri ostacoli sommersi, però posso assicurarvi che le possibilità di perdere un'esca sul bordo esterno di un canneto o all'interno di erbai sommersi si ridurranno notevolmente. Più sarete precisi e minuziosi, più i vostri antialga saranno efficaci e prestanti.
Allora, ciò che ci serve sono: un tubetto di silicone con un diametro un po' maggiore rispetto allo spessore delle ancorette su cui dobbiamo montare l'antialga (considerate che il tubicino deve bloccare sull'ancorina del filo abbastanza spesso), uno spezzone di filo dello 0,50-0,60 mm e una forbice.
Ora prendete il tubicino di silicone e tagliatene tre piccoli pezzetti (da 4-5 mm l'uno). Prendetene uno ed inseritelo da un capo del filo facendolo scorrere per 1 o 2 cm, a questo punto bloccate il tutto inserendolo su uno dei tre ami (consiglio di iniziare da quello il cui gambo è parallelo all'occhiello) dell'ancorina scelta facendo attenzione a far rimanere il filo sulla parte esterna dell'amo e facendo uscire la punta di quest'ultimo per circa 2 mm dalla fine del tubicino. Passare l'estremità libera del filo attraverso l'occhiello dell'ancorina (state attenti a non farlo passare anche attraverso l'anellino d'acciaio che la collega al corpo dell'artificiale) e fate come per il primo amo con uno dei due restanti a scelta (è indifferente qui), solo che una volta bloccato tutto dovrete tirare il filo fino a che tra i due ami si formi una specie di parabola*. Con il filo recuperato precedentemente fate due o tre giri attorno al fusto dell'intera ancorina per poi ripassarlo attraverso l'occhiello e quindi concludere con il bloccaggio sull'ultimo amo come per i precedenti tirando un po' il filo per andare a formare su quello un ramo di parabola*(vedi la sequenza di foto qui sotto). Ecco qua...la vostra ancorina così è diventata anti-incaglio.








*ATTENZIONE: non dovete tendere troppo il filo, ma nemmeno lasciarlo troppo "morbido". Insomma, dovete trovare il giusto equilibrio...sembra qualcosa di filosoficheggiante, e anzi lo è, ma sta di fatto che quello bisogna fare...;-)